mercoledì 7 marzo 2012

Il Ponte dell'Arcobaleno




Ho letto questo breve racconto tramite una mia amica, prima che Priscilla morisse e in quel momento ho pensato proprio a quando sarebbe stato il suo momento. Ho pianto tanto mentre la leggevo, come adesso, perchè sapevo che lei se ne sarebbe andata. Ho pensato: "Quando sarà lo scriverò nel mio blog".



C'è un posto in Paradiso, chiamato "Ponte dell'Arcobaleno". Quando muore una bestiola che è stata particolarmente cara a qualcuno, questa bestiola va al ponte dell'arcobaleno. Ci sono prati e colline per tutti i nostri amici tanto speciali così che possano correre e giocare insieme. C'è tanto cibo, acqua e sole, ed essi sono al caldo e stanno bene. 

Quelli che erano vecchi e malati sono ora forti e vigorosi. Quelli che erano feriti sono di nuovo integri, come noi li ricordiamo nel sogno dei giorni e dei tempi passati. Sono felici e contenti, tranne che per una piccola cosa: ognuno di loro sente la mancanza di qualcuno molto amato, qualcuno che hanno dovuto lasciare indietro . . .

Corrono e giocano insieme, ma un bel giorno uno di essi improvvisamente si ferma e guarda lontano, verso l'orizzonte. I suoi occhi lucidi sono attenti, trema per l'impazienza tutto ad un tratto si stacca dal gruppo e comincia a correre, volando sul verde prato, sempre più veloce. 

Ti ha riconosciuto, e quando finalmente sarete insieme vi stringerete in un abbraccio pieno di gioia, per non lasciarvi più. Una pioggia di baci felici bagnerà il tuo viso: le tue mani accarezzeranno di nuovo l'amata testolina e fisserai ancora una volta i suoi fiduciosi occhietti, per tanto tempo lontano dalla tua vita ma mai assente dal tuo cuore.

Allora attraverserete il Ponte dell'Arcobaleno . . . 
(Autore Ignoto)

Io ci credo a quello che è scritto in questo breve racconto. Sì sarà così, me lo sento . . . un giorno in Paradiso incontrerò di nuovo Felix e Priscilla, i miei gatti, e percorreremo assieme quel "Ponte dell'Arcobaleno"!

So che quando Priscilla è morta ha subito incontrato Felix e adesso sono insieme felici e non si lasceranno più.

E anche tu, se ti è morto il tuo amico a quattro zampe, un girno lo rivedrai credici e sii felice, nel frattempo perchè lui/lei avrebbe voluto così!

Alessandro Manzoni: Doodle con "I Promessi Sposi"





Il Doodle di oggi, 7 marzo 2012, è dedicato a uno dei maggiori scrittori della letteratura italiana. Google celebra il 227° anniversario della nascita di Alessandro Manzoni e chi non ha mai letto il suo romanzo "I Promessi Sposi"?
 Nel logo, in stile affresco dalle tinte seppia, sui caratteri stilizzati di Google, possiamo riconoscere sei personaggi, che fanno da cornice al logo, del celebre romanzo di Manzoni: i primi due a sinistra sulla G di Google sono l'Innominato e la Monaca di Monza, seguono Lucia e Renzo sulle due O, Don Rodrigo sulla seconda G e ultimo, ma non il meno importante Don Abbondio.


Volete qualche reminiscenza scolastica?

Alessandro Manzoni non avrebbe bisogno di presentazioni, ma questo logo ci vuole dare il modo di scoprire ancora degli aspetti della sua vita, anche privata, che non tutti conosciamo.

Il suo nome completo è Alessandro Francesco Tommaso Manzoni, nato a Milano il 7 marzo 1785 e morto sempre a Milano il 22 maggio 1873; è uno dei migliori poeti e scrittori della letteratura italiana, che si trasferì a Firenze per imparare la lingua fiorentina che, considerò in assoluto essere la più colta in Italia della sua lingua lombarda.
Nipote di Cesare Beccaria, marchese di Beccaria-Bonesana, autore ben conosciuto del trattato "Dei delitti e delle pene", incluso nell'Indice dei libri proibiti e, figlio di Giulia Beccaria (1762- 1841), donna con il talento della letteratura. Manzoni, dopo la separazione dei genitori, tra il 1790 e il 1803, venne educato in scuole religiose, e la madre dal 1792 visse con il ricco Carlo Imbonati, prima in Inghilterra e poi in Francia.
Nonostante la sua pigrizia, con gli studi raggiunse una formazione classica e letteraria. Aveva 15 anni quando iniziò a sviluppare una sincera passione per la poesia e a scrivere i primi due sonnetti. Inoltre dal nonno materno imparò conclusioni rigorose ed universali dall'osservazione della realtà. Il giovane Manzoni, tra il 1803 e il 1805, visse con il vecchio don Pietro e, si dedicò molto a donne e gioco d'azardo, riuscendo comunque a muoversi nell'ambiente illuminato dell'aristocrazia e della nobiltà milanese. Ebbe un forte influsso di Vincenzo Monti, idolo letterario del momento, il quale, assieme alla tendenza neoclassica del tempo, gli ispirò le prime esperienze poetiche.  Non solo preferì Monti, ma anche Giuseppe Parini, il portavoce di idee illiministiche e di esigenze di riarmo morale della società. Infatti appartengono a quuesto periodo, le sue opere "Il trionfo della libertà", "Adda", "I quattro sermoni", influenzato da Monti e Parini ma anche da Virgilio e Orazio.

Di particolare rilevanza è la sua amicizia con Claude Fauriel (1772-1884), col quale apprese le teorie di Voltaire, nata quando si riunì all'Auteuil, il circolo letterario dei cosiddetti ideologi, assieme alla madre. Questa amicizia con Fauriel, produttore di dottrine romantiche, fu duratura ed essenziale. In questo periodo Alessandro si impregnò di cultura francese, ciò che è arte classica, ma la filosofia scettica e sensuale lo aiuta nello sviluppo della razionalismo e di posizioni romantiche. Infatti è stato successivamente inserito nel percorso del realismo romantico.
Manzoni, anticlericale per reazione all'educazione che aveva ricevuto, e più indifferente che agnostico o ateo, per quanto riguarda la questione religiosa, è ancora più vicino alla Chiesa. Fu felicemente sposato con la calvinista Henriette Blondel, figlia di un banchiere da Ginevra, dal 1808, finchè la moglie non morì nel 1833. Ma nel frattempo iniziò la prima versione del romanzo, quella che portava il titolo "Fermo e Lucia", e che completò a settembre dell'anno 1822. Gli ultimi suoi anni di vita furono segnati dalla sfortuna: alla morte della moglie seguì anche quella di molti suoi figli, compresa la sua figlia maggiore Giulia, moglie di Massimo D'Azeglio, e sua madre. Nel 1837 si sposò in seconde nozze, con Teresa Borri, vedova del conte Stampa. solo due dei nove figli avuti dai due matrimoni gli sopravvissero, ma la morte del figlio maggiore, Pier Luigi, il 28 aprile 1873, è stato il colpo di grazia. Subito dopo si ammalò e morì di menengite il 22 maggio.





Alessandro Francesco Tommaso Manzoni



Il funerale solenne si svolse nella sua città natale, Milano, tra una massiccia affluenza, al quale parteciparono le più grandi personalità dello Stato. Nel 1874 Giuseppe Verdi compose la Messa da Requiem per l'anniversario della sua morte, per onorare la sua memoria. Negli anni successivi, Cesare Cantù (1885), Angelo de Gubernatis (1879) e Arturo Graf (1898) scrissero le prime biografie del Manzoni.

Alcune delle citazioni dell'autore:

"Una delle più grandi consolazioni della vita è l'amicizia; e una delle consolazioni dell'amicizia è quell'avere a cui confidare un segreto" (da "I Promessi Sposi)

 "Dio non turba la gioia dei suoi, se non per preparare una cosa più grande"

"Il vero male non è quello che si soffre ma quello che si fa"



E domani, aspettiamoci un doodle dedicato alla festa della donna!



lunedì 5 marzo 2012

Lei non c'è più!







Sono triste e amareggiata . . . Lei non c'è più ed io mi sento come se mi fosse morta una figlia! Oggi pomeriggio ho dovuto portare Priscilla, la mia gatta, dalla veterinaria che le ha somministrato la puntura per farla morire. Non sono andata da sola ma assieme ad un' amica di famiglia. Stamani finalmente mi sono decisa perché non sopportavo più vederla soffrire, ma quando la dottoressa l'ha vista ha detto che era già in coma, ed infatti sembrava non riconoscermi più! I suoi occhioni belli erano come coperti da un velo, e il respiro sempre più affannoso, con la punta della lingua fuori. Le portavo il cibo ma lei lo rifiutava e dopo anche l'acqua. Qualche giorno fa è successo: le ho dato la ciccina da mangiare in un piatto di plastica, ho aspettato che avesse finito e prendendo il piatto, ho dato uno sguardo al cibo ed ho visto un cuoricino nella carne. Era stata lei ha farlo non so come . . . e poi lo ha rifatto anche alla mia mamma. Penso che abbia voluta ringranziarci così, disegnando un cuore nel cibo.

Sono andata io in persona a portarla, ho assistito al momento che la dottoressa le ha dato la puntura e dopo nel tempo che si stava addormentando le ho detto: "Addio amore mio!", ma quell'addio è un arrivederci perchè un giorno ci rincontreremo in Paradiso. Quando sono uscita dalla clinica veterinaria è sato come se mi avessero strappato o portato via qualcosa da me; non riuscivo quasi a camminare e le gambe mi tremavano.

Adesso, via via che scrivo qui nel mio blog, piano piano mi sto un pò rilassando, ma ho pianto tantissimo, ho gli occhi rossi che mi bruciano a chi mi vede gli potrei sembrare un coniglio. 
Ma lei non c'è più già da due ore ca. e mi manca tantissimo! Non posso vedere quel divano, dove lei stava sul guanciale, vuoto, lo butterei via! E stasera dopo cena, lei non ci sarà con me, davanti alla Tv ma non so nemmeno se mi ci metterò.

Priscilla




Priscilla mi è stata donata da Dio . . . c'è un tempo per ricevere ma anche un tempo per lasciare quello che ci viene donato e questo è uno di quelli per me. A volte non possiamo tenerci strette le persone che amiamo o come in questo caso, il nostro amico gatto, ma lasciarle, non nel senso di abbandonarle, lasciarle andare per amore. Eh sì proprio così, ho dovuto lasciarla andare per amore, non è stato un gesto egoista . . . se era così potevo anche aspettare un altro giorno, e stasera sarebbe stata un ultima volta con me sul quel divano. Ho pensato anche a questo, ma non volevo essere egoista.

Adesso la mia bambola è con Gesù, felice e non soffre più.

Grazie di cuore della compagnia che mi hai fatto in questi bellissimi 18 anni . . . Sarai sempre nel mio cuore non ti dimenticherò dolce gatta dagli occhi verdi. Ti ho voluto tanto bene e sempre te ne vorrò!


mercoledì 29 febbraio 2012

Giovacchino Antonio Rossini: "anno bisestile"








Google, oggi 29 febbraio 2012, celebra il 220° anniversario della nascita di Giovacchino Antonio Rossini, o Gioachino Antonio Rossini, noto compositore italiano.

Il divertente Doodle presenta dei simpatici ranocchi che interpretano "Il Barbiere di Siviglia" e altri personaggi famosi delle opere di Rossini, del quale sarebbe stato il compleanno numero . . .  53.

Ma c'è un motivo per il quale Google ha scelto proprio i ranocchi. In America si "Leap year", "To leap", significa "saltare" e le rane negli States, come anche in Inghilterra, sono un simbolo degli anni bisestili. Così Google ha voluto rendere omaggio al 29 febbraio, "anno bisestile".

Grazie a Google, che con il suo logo permette a milioni di persone di conoscere meglio uno dei musicisti italiani più grande di tutti i tempi.


Gioachino Antoni Rossini (29 febbraio 1792-13 novembre 1868)



domenica 26 febbraio 2012

Ti porterei via di qua!







Pensieri! Oh quanti pensieri che ho nella mia mente . . . le pagine di questo blog non bastano per contenerli tutti! Tanti pensieri da scrivere qui nel mio blog, diventato  un vero e proprio sfogo, e non so da quale iniziare! Potrei fare un pensiero giorno . . . beh, intanto è sempre più forte il pensiero per la mia amica gatta, Priscilla, che per me è una figlia. Lei non sta bene e peggiora ogni giorno che passa, è sofferente. Come ho già scritto (vedi qui), ha un tumore brutto, che la sta consumando. la mia bambola, come la chiamo io, è magrissima; non può chiudere l'occhio sinistro, infatti dorme (l'ho vista in questi giorni), con un occhio chiuso e l'altro aperto. Quel tumore me l'ha sfigurata, proprio lei che è così bella! E inoltre a momenti non riesce a respirare; non fa le fusa e miagola poco con un filo di voce; le porto addirittura il cibo, l'acqua e a fare i bisognini nella lettiera, per evitare che si affatichi, lei sta sul divano e non vuole essere spostata da lì.

Non so cosa farei per farla stare meglio o guarirla del tutto! Vorrei tanto prendere quel tumore con la mano, strapparlo e buttarlo via da qualche parte. Potessi fare qualcosa per lei . . .  quando la vedo sofferente ho voglia di portarla via da qui, almeno se servisse e dimenticare il suo male.

"Priscilla, ti porterei via di qua!" - le ho sussurrato in un orecchio- "Vieni con me, che ti porto in un bellissimo giardino segreto di rose, dove puoi sentire il profumo, dolce gatta dagli occhi verdi! Vedrai lì starai bene". E m'immagino noi due passeggiare insieme tra i fiori, nei sentieri alberati e attraversare freschi ruscelli, con il canto degli uccelini, che ci tiene compagnia. "Priscilla è già Primavera, vedi che stai meglio!"
E poi ti porterei in quel prato verde, dove io di solito vado da sola. "Priscilla, vieni con me oggi?" - le vorrei dire-  così immagino noi due lì e io che la guardo giocare con le margheritine, correre tra l'erba e inseguire passerrotti e farefalle.

E infine la porterei fuori da questa casa - Seguimi, Priscilla, prendi la mia mano!- allora io immagino di aprire la finestra della mia camera e per la mano a lei di volare fuori, fino in cielo in alto. 
In cielo sulle nuvole siamo felici e liberi, senza pensieri!

Ma tutto questo succede solo nella mia fantasia . . . lo so che non guarirà, perchè questo tumore è mortale e un giorno non ci sarà più con me!

sabato 25 febbraio 2012

Il primo anno senza di te!








Come oggi, 25 febbraio 2012, un anno fa è morto il mio babbo. E non mi sembra ancora vero! Ma il pensiero che un giorno, non so quando, ci rivedremo in Paradiso mi mette gioia nel cuore . . . e questo è il primo anno senza di te!

Ricordo ancora quel trillo di telefono, ricevuto alle 2.00 di notte, risposi io! Era l'infermiera che avvertiva del tuo peggioramento. Poi con il taxi si andò all'ospedale dove il mio babbo era ricoverato;  si parlò con il primario del reparto, che ci spiegò il suo stato. Non riusciva più a respirare!  La massa tumorale del fegato si era appoggiata ai polmoni, e per questo che respirava male. Il tumore sarebbe andata anche agli altri organi vitali. Ma alle 7.30 era già morto!

Ecco, qui ci sono delle rose rosse . . . per ricordare te! La rosa era il tuo fiore e il rosso, il colore che preferivi. Lo so, non sei stato un padre perfetto, ma chi è perfetto in questo mondo? Però io ti ho perdonato!

Il mio rimpianto è quello di non esserti stata accanto come avrei dovuto fare. Mi è sato difficile quelle volte (poche, troppo poche!), venirti a trovare, forse perché non accettavo il fatto che eri lì in quella casa di riposo e in questo momento avrei voglia di vederti, di abbracciarti, anche gli abbracci non mi ricordo se ci sono stati. Bastava anche solo prendere un caffè al distributore o fare due passi insieme. 
Mi è rimasto il tuo ricordo . . . e non bastano le pagine di questo blog per scrivere quanto mi manchi

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