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venerdì 14 settembre 2012

Sposato o single leggi questo!


Mentre mia moglie mi serviva la cena, le presi la mano e le dissi:'' Devo parlarti''. Lei annui e mangiò con calma. La osservai e vidi il dolore nei suoi occhi....quel dolore che all'improvviso mi bloccava la bocca ... mi feci coraggio e le dissi: '' Voglio il divorzio. Lei non sembrò disgustata dalla mia domanda e mi chiese soavemente: ''Perché?''. Quella sera non parlammo più e lei pianse tutta la notte. Io sapevo che lei voleva capire cosa stesse accadendo al nostro matrimonio, ma io non potevo risponderle ... aveva perso il mio cuore a causa di un'altra donna ...Giovanna! Io ormai non amavo più mia moglie, mi faceva solo tanta pena ...mi sentivo in colpa, ragion per cui sottoscrissi nell'atto di separazione che a lei restasse la casa, l'auto e il 30% del nostro negozio. Lei quando vide l'atto lo strappo a mille pezzi ! ''Come ?! Avevamo passato dieci anni della nostra vita insieme ed eravamo ridotti a due perfetti estranei?!''. A me dispiaceva tanto per tutto questo tempo che aveva sprecato insieme a me per tutte le sue energie, però non potevo farci nulla ... io amavo Giovanna! All'improvviso mia moglie cominciò a urlare e a piangere ininterrottamente per sfogare la sua rabbia e la sua delusione ... l'idea del divorzio cominciava ad essere realtà. Il giorno dopo tornai a casa e la incontrai seduta alla scrivania in camera da letto che scriveva ... non cenai e mi misi a letto...ero molto stanco dopo una giornata passata con Giovanna. Durante la notte mi svegliai e vidi mia moglie sempre lì seduta a scrivere ... mi girai e continuai a dormire. La mattina dopo mia moglie mi presentò le condizioni affinché accettasse la separazione. Non voleva la casa, non voleva l'auto, tantomeno il negozio...soltanto un mese di preavviso… quel mese che stava per cominciare l'indomani. Inoltre voleva che in quel mese vivessimo come se nulla fosse accaduto! Il suo ragionamento era semplice: ''Nostro figlio in questo mese ha gli esami a scuola e non è giusto distrarlo con i nostri problemi Io fui d'accordo però lei mi fece un ulteriore richiesta.'' Devi ricordarti del giorno in cui ci sposammo, quando mi prendesti in braccio e mi accompagnasti nella nostra camera da letto per la prima volta...in questo mese però ogni mattina devi prendermi in braccio e devi lasciarmi fuori dalla porta di casa ''. Pensai che avesse perso il cervello, ma acconsentii per non rovinare le vacanze estive a mio figlio per superare il momento in pace. Raccontai la cosa a Giovanna che scoppiò in una fragorosa risata dicendo: ''Non importa che trucchi si sta inventando tua moglie...dille che oramai tu sei mio...se ne faccia una ragione!''. Io e mia moglie era da tanto che non avevamo più intimità, così quando la presi in braccio il primo giorno eravamo ambedue imbarazzati .... nostro figlio invece camminava dietro di noi applaudendo e dicendo:'' Grande papà, hai preso la mamma in braccio!''. Le sue parole furono come un coltello nel mio cuore....camminai dieci metri con mia moglie in braccio ....lei chiuse gli occhi e mi disse a bassa voce: ''Non dirgli nulla del divorzio ..per favore...Acconsentii con un cenno, un po’ irritato, e la lasciai sull'uscio. Lei uscì e andò a prendere il bus per andare al lavoro. Il secondo giorno eravamo tutti e due più rilassati ...lei si appoggiò al mio petto e potetti sentire il suo profumo sul mio maglione. Mi resi conto che era da tanto tempo che non la guardavo ....Mi resi conto che non era più così giovane...qualche ruga ..qualche capello bianco....! Si notava il danno che le avevo fatto! Ma cosa avevo potuto fare da ridurla così? Il quarto giorno, prendendola in braccio come ogni mattina avvertii che l'intimità stava ritornando tra noi ... questa era la donna che mi aveva donato dieci anni della sua vita, la sua giovinezza, un figlio ... e nei giorni a seguire ci avvicinammo sempre più . Non dissi nulla a Giovanna per rispetto!. Ogni giorno era più facile prenderla in braccio e il mese passava velocemente. Pensai che mi stavo abituando ad alzarla , e per questo ogni giorno che passava la sentivo più leggera. Una mattina lei stava scegliendo come vestirsi...si era provata di tutto, ma nessun indumento le andava bene e lamentandosi disse:''I miei vestiti mi vanno grandi, ''. Lì mi resi conto che era dimagrita tanto ...ecco perché mi sembrava così leggera! Di colpo mi resi conto che era entrata in depressione...troppo dolore e troppa sofferenza pensai. Senza accorgermene le toccai i capelli ... nostro figlio entrò all'improvviso nella nostra stanza e disse :'' Papà è arrivato il momento di portare la mamma in braccio ( per lui era diventato un momento basilare della sua vita). Mia moglie lo abbracciò forte ed io girai la testa ... ma dentro sentivo un brivido che cambiò il mio modo di vedere il divorzio. Ormai prenderla in braccio e portarla fuori cominciava ad essere per me come la prima volta che la portai in casa quando ci sposammo ... la abbracciai senza muovermi e sentii quanto era leggera e delicata ...mi venne da piangere! L'ultimo giorno feci la stessa cosa e le dissi:'' Non mi ero reso conto di aver perduto l'intimità con te. Mio figlio doveva andare a scuola e io lo accompagnai con la macchina ... mia moglie restò a casa. Mi diressi verso il posto di lavoro ..ma a un certo punto passando davanti casa di Giovanna mi fermai, scesi e corsi sulle scale ... lei mi aprì la porta e io le dissi: ''Perdonami, ma non voglio più divorziare da mia moglie ... lei mi guardò e disse: Ma sei impazzito? Io le risposi : ''No...è solo che amo mia moglie ...era stato un momento di noia e di routine che ci aveva allontanato, ma ora ho capito i veri valori della vita , dal giorno in cui l'ho portata in braccio mi sono reso conto osservandola e guardandola che dovevo farlo per il resto della mia vita! Giovanna pianse mi tirò uno schiaffo e entrò in casa sbattendomi in faccia la porta. Io scesi le scale velocemente, andai in macchina e mi fermai in un negozio di fiori. Le comprai un mazzo di rose e la ragazza del negozio mi disse: “Cosa scriviamo sul biglietto? Le dissi: ''Ti prenderò in braccio ogni giorno della mia vita finché morte non ci separi''. Arrivai di corsa a casa...feci le scale entrai e di corsa mi precipitai in camera felicissimo e col sorriso sulla bocca......ma mia moglie era a terra ...morta!. Stava lottando contro il cancro ... ed io che invece ero occupato a passare il tempo con Giovanna senza nemmeno accorgermene. Lei per non farmi pena non me lo aveva detto, sapeva che stava per morire e per questo mi chiese un mese di tempo...sì un mese, affinché a nostro figlio non rimanesse un cattivo ricordo del nostro matrimonio ... affinché nostro figlio non subisse traumi.....affinché a nostro figlio rimanesse impresso il ricordo di un padre meraviglioso e innamorato della madre. Questi sono i dettagli che contano in una relazione, non la casa, non la macchina, non i soldi … queste sono cose effimere che sembrano creare unione e invece dividono. Cerchiamo sempre di mantenere il matrimonio felice ... ricordando sempre il primo giorno di questa bella storia d'amore. A volte non diamo il giusto valore a ciò che abbiamo fino a quando non lo perdiamo.

sabato 7 aprile 2012

La Parabola in una scatola vuota


“Per domani”, disse la maestra ai bambini, “portate in una scatola di cartone qualcosa che rappresenta la Pasqua”.
Alcuni ragazzi sapevano che Giorgio era il bambino più timido della classe, che non parlava mai, e nella loro semplicità, non sapendo che con loro parole potevano ferirlo, cercavano ogni occasione per prenderlo in giro.
“Domani ci divertiremo molto, quando Giorgio porterà la sua scatola. Chissà cosa vi metterà dentro?”, disse uno dei bambini.
Il giorno dopo, gli alunni portarono le scatole di cartone e le appoggiarono sulla scrivania. Anche Giorgio portò la sua e la mise fra le altre.
La maestra aprì la prima scatola, e ne uscì una farfalla! 
“E’ mia, maestra, l’ho portata io!”, gridò Maria tutta emozionata.


Farfalle Butterflies




“Brava, Maria, che bell’idea hai avuto!” le disse la maestra. E la bambina fece un sorriso che le illuminò ancor di più il volto. “Vediamo cosa c’è nella seconda scatola!”, disse poi.
Era la scatola di Tommaso e conteneva una piccola pietra ricoperta di muschio.
“Bravo, Tommaso! Sì, il muschio rappresenta nuova vita”, disse la maestra “è stata un’idea molto originale.”
La maestra aprì la terza scatola e, nel vedere che era vuota, immaginò che si trattasse di uno scherzo. Alcuni dei bambini invece cominciarono a ridere, perché sapevano che quella scatola l’aveva portata Giorgio.
A quel punto Giorgio, con tutto il suo coraggio, gridò:
“E’ mia, maestra, è mia questa scatola! Rappresenta la tomba di Gesù che nel giorno di Pasqua era vuota, perché Gesù è risuscitato per dare vita a tutti noi!”.
La maestra e i bambini rimasero senza parole per la geniale trovata di Giorgio, e per il coraggio che aveva avuto nel proclamare quella verità!





“Il Signore è veramente risorto!” (Luca 24:34)



venerdì 6 aprile 2012

Il sole ed il vento




Il sole ed il vento discutevano su chi fosse il più forte dei due. Allora il vento disse al sole: “Vedi quell’anziano signore avvolto nel mantello? Scommetto che riesco a fargli togliere il mantello in meno tempo di te!”
Detto ciò, cominciò a soffiare, mentre il sole si nascose dietro a una nuvola.
E soffiava, soffiava sempre con più forza, in tutta la sua furia, fino a trasformarsi quasi in un ciclone; ma, quanto più soffiava, più il mantello si arrotolava attorno all’uomo.
Alla fine datosi per vinto, si calmò.
Il sole, allora, uscito da dietro alla nuvola, sorrise benignamente all’anziano signore. Non passò molto tempo, che l’uomo, riscaldato dal tepore del sole, si tolse il mantello.
In tal modo il sole dimostrò al vento che la soavità e l’amore degli abbracci, sono più potenti della furia e della violenza”.

Questo racconto vuole farci riflettere sul fatto che spesso vogliamo cambiare gli altri con la forza del nostro carattere. Eppure, a volte, basta un semplice gesto d’amore, un sorriso o un abbraccio per abbattere i pregiudizi, o per togliere delle idee sbagliate che qualcuno si è fatto sul nostro conto. Se seguiamo l’esempio del sole, e non quello del vento, allora vedremo tanti risultati positivi nella nostra vita e in quella degli altri intorno a noi!

martedì 3 aprile 2012

Il miracolo degli aironi


Un pastore, uscito ad evangelizzare, incontrò un contadino scettico riguardo alla fede in Cristo Gesù. Alcuni giorni dopo, il contadino si recò dal pastore per esporgli un problema. Gli disse: “Pastore, l’ultima volta che è venuto a casa mia, mi ha parlato della fede che sostiene che per Dio non c’è niente d’impossibile. Ora io ho un problema, i miei campi di mais sono infestati di vermi, come i campi vicini. Non voglio che il mio raccolto vada in rovina, è l’unica fonte d’entrata per la mia famiglia”. Il pastore decise di pregare per quel raccolto affidando tutto nelle mani di Dio. non ci fu un risultato immediato e il contadino si rattristò: ormai non c’era più niente da fare. Passò una settimana, e una mattina, molto presto, il contadino bussò alla porta del pastore:
“Pastore, pastore, è successo un miracolo! Ero nei miei campi di mais, e vedevo rassegnato come il verme mangiava il mio mais; quando, all’improvviso, ho pregato di nuovo Dio. Mi sono messo al centro dei campi, e d’un tratto ho sentito un forte  ronzio. Pensavo  che fossero delle api, ma vidi una gigantesca nuvola bianca che si avvicinava. Non erano api, erano aironi azzurri. Si fermarono nei miei campi, e divorarono tutti i vermi. Quando finirono, si alzarono in volo, e andarono via, senza toccare i campi vicini. Pastore, Dio ci ha ascoltato, esaudendo le nostre preghiere!”.
Il miracolo degli aironi fu divulgato per tutta l’area, e molta gente venne a Gesù, ma la cosa più sorprendente è che non ci sono aironi azzurri in quell’area!


 
“Ogni cosa è possibile per chi crede” (Marco 9:23)

lunedì 2 aprile 2012

Il muro







Si racconta che una volta, un uomo, inseguito da vari malviventi che volevano ammazzarlo, si rifugiò in una grotta. I malviventi incominciarono a cercarlo per le varie grotte che c’erano in quel posto.
L’uomo, disperato, elevò una preghiera a Dio, chiedendogli:
“Dio onnipotente, ti prego, fa che due tuoi angeli scendano a coprire l’entrata di questa grotta, così questi uomini non entreranno ad ammazzarmi”.
In quel momento sentì gli uomini che si avvicinavano alla grotta in cui lui si trovava. Ad un tratto vide comparire un ragno che cominciò a tessere una ragnatela sull’entrata.
L’uomo, chiuse di nuovo gli occhi per concentrarsi, ed elevò un’altra preghiera, questa volta più angosciato:
“Signore, ti avevo chiesto degli angeli, non un ragno! Ti prego, con la tua mano potente, colloca un muro all’entrata affinché gli uomini non possano entrare ed uccidermi”.
Aprì gli occhi sperando di vedere il ragno che continuava a tessere la ragnatela.
Quando i malviventi stavano per entrare nella grotta, il ragno aveva già coperto tutta l’entrata. A quel punto uno dei due uomini disse: “Entriamo in questa grotta!”
L’altro rispose: “No. Non vedi che ci sono delle ragnatele? E’ impossibile che vi sia entrato qualcuno. Continuiamo a cercare nelle altre grotte!”

Sai che cos’è la fede? La fede è il credere di ottenere ciò che non si vede, perseverare nelle cose impossibili. Qualcuno ha detto una frase molto significativa: “Se chiedi a Dio un albero te lo darà, in forma di seme”.

 
“Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono” (Ebrei 11:1)



mercoledì 15 febbraio 2012

Volare



Un'aquila decise di andare ad abitare su un albero marcio in mezzo ad una palude fangosa. L'aquila si era così abituata a stare lì, a mangiare vermi e ad essere sempre sporca di quel fango pestifero della palude. A causa del fango e della sporcizia, non riusciva più ad utilizzare le ali. Finché, un certo giorno, un vento forte e impetuoso le distrusse la tana. Infatti, l'albero marcio fu subito inghiottito dal fango, e l'aquila si rese conto che, se non avesse trovato una via d'uscita, sicuramente sarebbe morta.




Il desiderio di salvarsi fu così forte che la spinse a battere le ali con forza.
La coraggiosa aquila affrontò il dolore dell'intorpidimento, finché non riuscì ad alzarsi in volo. Le costò molto fatica farlo, perché aveva dimenticato come si volava; ma attraversando il cielo arrivò finalmente in un bosco fertile e bello.







Spesso i problemi che si abbattono sulla nostra vita sono come il vento forte che con la sua furia distrugge la tana e ci obbliga a prendere il volo . . . altrimenti corriamo il rischio di morire!
Eppure non è mai troppo tardi! Siamo sempre in tempo per scuoterci il fango di dosso, e volare in alto e molto lontano dalla palude fangosa.



"Quelli che sperano nel Signore aquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si affaticano" (Isaia 40:31)







Questo è il mio primo video, che racconta la storia dell'aquila, l'ho creato e montato io stessa spero che vi piaccia  .  .  . per me è bellissimo! Se non vi piace perdonatemi, i prossimi video farò di meglio ok?

mercoledì 1 febbraio 2012

Aspetta con pazienza!


Quì ha nevicato molto e  questa neve mi ha ricordato un bellissimo aneddoto . . . . adesso ve lo racconto!

Un giorno di un inverno molto rigido, finì tutta la scorta di legna che un padre aveva fatto durante l'anno. C'era bisogno di altra legna, cosicché cercò un albero morto e lo tagliò. Quando arrivò la primavera, si rese conto, con grande tristezza, che quel tronco che lui aveva ritenuto morto, aveva cominciato a cacciare dei germogli. Allora quel padre disse: "Eppure ero sicuro che questo albero fosse morto. Ha perso tutte le foglie durante l'inverno e per il freddo rigido che c'è stato, i rami si sono rovinati e sono caduti, come se nel vecchio tronco non fosse rimasto nemmeno un pizzico di linfa vitale. Ora invece mi accorgo che c'era ancora vita in questo albero!". Poi rivolgendosi al figlio, aggiunse: "Oggi ho imparato una lezione molto importante, e non la dimenticherò più. Non dimenticarla nemmeno tu, figlio mio. Non tagliare mai un albero in inverno!"

 E' proprio una bella lezione vero? Questo aneddoto insegna anche a non prendere decisioni affrettate nei momenti di avversità. Infatti non bisogna mai prendere decisioni importanti quando si è nel peggiore stato di scoraggiamento. In quei momenti non siamo del tutto lucidi, siamo abbastanza confusi, e prendere decisioni sarebbe soltanto fare del male a noi stessi e a chi ci sta vicino. Qual è il consiglio? Aspettare e essere pazienti! Un giorno la tempesta passerà e allora avremo la lucidità di prendere le nostre giuste decisioni. 





"Ho pazientemente aspettato il Signore, ed egli si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido" (Salmi 40:1)

domenica 15 gennaio 2012

Dio della mia vita

"Un abisso chiama un altro abisso,
al fragore delle tue cascate,
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sono passati sopra di me.

Di giorno l'Eterno mi l'argisce la sua benignità,
e di notte il suo cantico sarà con me!

Una preghiera al Dio della mia vita!"
(Salmo 42:7-8)
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