venerdì 24 febbraio 2012

Il gatto inverno




Ai vetri della scuola stamattina
l'inverno strofina
la sua schiena nuvolosa
come un vecchio gatto grigio:
con la nebbia fa i giochi di prestigio,
le case fa sparire
e ricomparire;
con le zampe di neve imbianca il suolo
e per coda ha un ghiacciolo . . .
Sì, signora maestra,
mi sono un pò distratto:
ma per forza, con quel gatto,
con l'inverno alla finestra
che mi ruba i pensieri
e se li porta in slitta
per allegri sentieri.
Invano io li richiamo:
si saranno impigliati in qualche ramo
spoglio;
o per dolce imbroglio, chiotti, chiotti,
fingon di essere merli e passerotti.

(dall'web- Autore sconosciuto)

Albero secco

Un albero secco
fuori dalla mia finestra,
solitario,
leva nel cielo freddo
i suoi rami bruni:
il vento sabbioso,
 la neve e il gelo
non possono ferirlo.
Ogni giorno quell'abero
mi dà pensieri di gioia,
da quei rami secchi
indovino il verde a venire.

(di W. Ya-p'ing)

mercoledì 22 febbraio 2012

Heinrich Rudolf Hertz: un doodle elettrico




Oggi 22 febbraio 2012, Google dedica un Doodle, per celebrare il 155° anniversario della nascita di Heinrich Rudolf Hertz. Il logo non contiene le lettere della parola Google, ma "un'onda" elettromagnetica colorata e continua e che, lo possiamo definire animato (anche se quì non sembra), a tutti gli effetti. Un particolare è che l'onda colorota presenta tutti i colori tipici del logo di Google: rosso, giallo, verde e blu. Questa è un'altra celebrazione di Google, fatta ad un personaggio che con il suo genio ha contribuito a cambiare il mondo rendendolo come lo conosciamo oggi.

Una piccola curiosità: chi era Heinrich Rudolf Hertz?

Hertz, nato ad Amburgo il 22 febbraio 1822 e morto a Bonn il primo gennaio 1894, era un fisico tedesco che ha scoperto l'effetto fotoelettrico e la propagazione delle onde elettromagnetiche, ma non solo, anche il modo di produrle e rilevarle, ecco perché dell'onda nel logo. 
Appartenente ad una famiglia ebraica che poi si era convertita al cristianesimo, il padre era un consigliere della città di Amburgo, già nell'età infantile, dimostrò capacità inusuali, come leggere i classsici in originale (Platone e tragedie greche). Sapeva leggere addirittura in arabo e la madre si vantava che era sempre il primo della classe.
Tuttavia, non solo spiccò la sua capicità negli studi, ma anche nelle attività pratiche come falegnameria e tornio.

Vi racconto un'aneddoto (io sono appassionata di aneddoti!), si racconta che un artigiano, lo stesso che gli insegno l'uso del tornio, disse riguardo alla sua nomina alla cattedra: "Peccato, perché questo ragazzo sarebbe diventato un buon tornatore!".  


Heinrich Rudolf Hertz (1882-1894


 Egli stesso riconobbe la sua passione per la fisica, tanto da trasferirsi a Berlino per studiare con Gustav Kirchoff e altri. Nel 1880, a soli 23 anni, ricevette il suo "Ph.D.", con una tesi sulla rotazione di sfere in un campo magnetico e, continuò come allievo di Hermann von Helmholtz fino al 1883, anno in cui fu nominato professore di fisica teorica presso l'Università di Kiel. Ma fu nel 1885, all'Università di Karlsruhe, che scoprì come produrre e rilevare onde elettromagnietiche, cosa che 20 anni prima era stata predetta da James Clerk Maxwell. Infine, dall'esperimento di Michelson del 1881, Herz riformulò le equazioni di Maxwell per spiegare la nuova scoperta: sperimentalmente, dimostrò che le onde elettromagnetiche possono viaggiare attraverso l'aria e il vuoto (come era stato pedetto da Maxwell e Michael Faraday), poi costruì nel suo laboratorio un trasmettitore e un ricevitore di onde, utilizzando per il trasmettitore un oscillatore e un ricevitore e un risonatore. Sosì facendo, valutò la velocità di traslazione delle onde nell'aria, avvicinandosi al valore impostato da Maxwell, quello di 300.000 km/sec. e concentrandosi su considerazioni teoriche.

Altre curiosità interessanti: Guglielmo Marconi utilizzò Hertz e un suo articolo per costruire un trasmettitore radio e Aleksandr Popov fece lo stesso con il suo "Coherer", un dispositivo nato dalle scoperte di Hertz per la registrazione di temporali.
Infine ha anche scoperto l'effetto fotoelettrico, che fu successivamente spiegato da Albert Einstein: si accorse che un oggetto caricato perde la sua carica più facilmente quando viene illuminato dalla luce ultravioletta.


Heinrich Rudolf Hertz, che morì a 36 anni a Bonn, in Germania, a causa di una setticemia, aveva anche un figlio, Carl Gustav Hellmuth Hertz, l'inventore dell'ecografia medica, e suo nipote Gustav Ludwig Hertz era un premio Nobel.


Le telecomunicazioni devono la loro esistenza allo scienziato ed è per questo che la comunità scientifica ha dato il suo cognome all'unità di frequenza "hertz", decisione presa dalla Commissione elettronica internazionale nel 1930.


" Non credo che queste onde senza fili che ho scoperto troveranno applicazioni pratiche"






















martedì 21 febbraio 2012

Non è l'inferno

Emma Marrone (vincitrice Festival di Sanremo 2012)


Non è l'inferno è la conzone vincitrice, cantata da Emma Marrone al Festival di Sanremo 2012. Mi è molto piaciuta perchè dice la verità.

Secondo me è come un urlo, un grido da parte di tutte quelle persone, giovani e donne (come me che sono disoccupata e precaria), senza lavoro o che comunque non riescono ad arrivare a fine mese.
Mi è stato detto che è una canzone triste e allora? Che per caso c'erano canzoni allegre in questo festiva di Sanremo? Non mi sembra! 

Sapete cosa penso: mi fanno più tristezza, l'indifferenza di molti, le tante polemiche inutili, i bla bla bla detti a vanvera e le parole fredde di conoscenti e amici, della mia stessa situazione di disoccupata e precaria! La mia situazione può cambiare, anzi cambierà sicuramente, ma gli idioti e gli ipocriti non guariranno mai purtroppo . . .  e per loro non c'è speranza!
Le parole di questa canzone a confronto a tutto quello cos'è? Sapete che cosa? Ad alcuni fa male sentire la verità . . . ascoltatela, ascoltatela!

Bravissima Emma adesso vagliela a cantare a quel Monti là!
Ma se qualcuno sente queste semplici parole . . . un buon ascolto!




Quì sotto vi scrivo il testo della canzone, le cui parole sono molto belle, leggete attentamente . . .



Ho dato la vita e il sangue per il mio
paese e mi ritrovo a non tirare a fine mese,
in mano a Dio le sue preghiere
Ho giurato fede mentre diventavo padre
due guerre senza garanzia di ritornare, solo
medaglie per l'onore
.
Se qualcuno sente queste semplici parole,

parlo per tutte quelle povere persone che
ancora credono nel bene . . .
Se tu hai coscienza guidi e credi nel
paese dimmi cosa devo fare per pagarmi
da mangiare, per pagarmi dove stare,
dimmi che cosa devo fare?

No, questo no, non è l'inferno ma non
comprendo com'è possibile pensare che
sia più facile morire.
No, non lo pretendo ma ho ancora il sogno
che tu mi ascolti e non rimangano parole

Ho pensato a questo invito non per
compassione ma per guardarla in faccia e
farle assaporare un po' di vino e un poco di
mangiare.
Se sapesse che fatica ho fatto per parlare
con mio figlio che a 30 anni teme il sogno
di sposarsi e la natura di diventare padre
Se sapesse quanto sia difficile il pensiero
che per un giorno di lavoro c'è chi ha
ancora più diritti di chi ha creduto nel
paese del futuro.

No questo no, non è l'inferno ma non
comprendo com'è possibile pensare che
sia più facile morire
Io no, non lo pretendo ma ho ancora il
sogno che tu mi ascolti e non rimangano
parole!

Non rimangano parole . . .
Com'è possbile pensare che sia più facile
morire!
Io no, non lo pretendo ma ho ancora il
sogno che non rimangano parole!
Non rimangano parole, non rimangano
parole!

(Emma Marrone)

mercoledì 15 febbraio 2012

Volare



Un'aquila decise di andare ad abitare su un albero marcio in mezzo ad una palude fangosa. L'aquila si era così abituata a stare lì, a mangiare vermi e ad essere sempre sporca di quel fango pestifero della palude. A causa del fango e della sporcizia, non riusciva più ad utilizzare le ali. Finché, un certo giorno, un vento forte e impetuoso le distrusse la tana. Infatti, l'albero marcio fu subito inghiottito dal fango, e l'aquila si rese conto che, se non avesse trovato una via d'uscita, sicuramente sarebbe morta.




Il desiderio di salvarsi fu così forte che la spinse a battere le ali con forza.
La coraggiosa aquila affrontò il dolore dell'intorpidimento, finché non riuscì ad alzarsi in volo. Le costò molto fatica farlo, perché aveva dimenticato come si volava; ma attraversando il cielo arrivò finalmente in un bosco fertile e bello.







Spesso i problemi che si abbattono sulla nostra vita sono come il vento forte che con la sua furia distrugge la tana e ci obbliga a prendere il volo . . . altrimenti corriamo il rischio di morire!
Eppure non è mai troppo tardi! Siamo sempre in tempo per scuoterci il fango di dosso, e volare in alto e molto lontano dalla palude fangosa.



"Quelli che sperano nel Signore aquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si affaticano" (Isaia 40:31)







Questo è il mio primo video, che racconta la storia dell'aquila, l'ho creato e montato io stessa spero che vi piaccia  .  .  . per me è bellissimo! Se non vi piace perdonatemi, i prossimi video farò di meglio ok?

martedì 14 febbraio 2012

S. Valentino: Doodle animato sull'amore in "erba"


Oggi 14 febbraio 2012, anche Google festeggia il giorno di S. Valentino, ma questa volta usa un divertente doodle animato dedicato all'amore infantile, come epitome di quello universale. Si tratta, precisamente, di un mini-cartone, i cui personaggi sono proprio un bambino e una bambina. Se cliccate nel freccina sopra a quello specie di cartello, retto dal bambino, parte il filamato e vedrete una bambina che salta alla corda e uno spasimante in "erba"che cerca di conquistarla. Servendosi dell'aiuto del motore di ricerca, che però evidentemente in amore serve poco o niente, lui le prova tutte con le armi più tradizionali: prima le porta un fiore rosso, poi una scatola di cioccolatini a forma di cuore, un maglioncino, un palloncino a forma di cane, addirittura un eroplanino, e poi un orsacchiotto di peluche. Insomma la bambina si ritrova ai piedi una vera e propria montagna di regali e non contento prova anche con il classico gioco di prestigio, con tanto di cilindro da cui esce un coniglio bianco. 

Ma lei niente, non ne vuole sapere e continua a saltare la corda . . . lui si rassegna e se ne va per l'ennesima volta. Dopo un pò ritorna alla ricarica, stavolta armato di una fune rossa e, comincia a saltare anche lui.
Finalmente, ad un certo punto la bambina rimane folgorata dall'esercizio d'abilità, si ferma, gli sorride, corre in contro e gli getta le braccia al collo e infine, iniziano a saltare insieme con la corda di lui. 

Devo dire che è un delicato doodle-filmino  ben riuscito, con tutti gli ingredienti: i luoghi comuni dell'amore: il rifiuto, e non manca la morale: la perseveranza e soprattutto la certezza che, come dicevano i latini, "Amor vincit omnia", l'amore vince su tutto, e quindi un bellissimo lieto fine.

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