sabato 7 aprile 2012

La leggenda del pettirosso


Mamma uccello, come ogni giorno,
lasciò nel nido i suoi piccoli
per andare a procurare loro il cibo.
Mentre era in volo,
vide sulla cima di un monte
tre croci e tanta gente.
Curiosa, si avvicinò
e sulla croce centrale vide inchiodato un uomo
con una corona di spine in testa : era Gesù.
Fu presa da tristezza nel vedere tanta cattiveria
e cercò il modo di alleviare una sofferenza così grande.
Si posò allora vicino alla testa di Gesù
e col becco cercò di staccare la spina più grande.
Ci riuscì, ma il suo petto si macchò di sangue.
Tornò al nido,
raccontò ai figli la triste visione e,
mentre li abbracciava,
macchiò di rosso anche il loro petto.
Da quel giorno in poi,
quegli uccellini si chiamano "pettirosso".




venerdì 6 aprile 2012

Il sole ed il vento




Il sole ed il vento discutevano su chi fosse il più forte dei due. Allora il vento disse al sole: “Vedi quell’anziano signore avvolto nel mantello? Scommetto che riesco a fargli togliere il mantello in meno tempo di te!”
Detto ciò, cominciò a soffiare, mentre il sole si nascose dietro a una nuvola.
E soffiava, soffiava sempre con più forza, in tutta la sua furia, fino a trasformarsi quasi in un ciclone; ma, quanto più soffiava, più il mantello si arrotolava attorno all’uomo.
Alla fine datosi per vinto, si calmò.
Il sole, allora, uscito da dietro alla nuvola, sorrise benignamente all’anziano signore. Non passò molto tempo, che l’uomo, riscaldato dal tepore del sole, si tolse il mantello.
In tal modo il sole dimostrò al vento che la soavità e l’amore degli abbracci, sono più potenti della furia e della violenza”.

Questo racconto vuole farci riflettere sul fatto che spesso vogliamo cambiare gli altri con la forza del nostro carattere. Eppure, a volte, basta un semplice gesto d’amore, un sorriso o un abbraccio per abbattere i pregiudizi, o per togliere delle idee sbagliate che qualcuno si è fatto sul nostro conto. Se seguiamo l’esempio del sole, e non quello del vento, allora vedremo tanti risultati positivi nella nostra vita e in quella degli altri intorno a noi!

martedì 3 aprile 2012

Il miracolo degli aironi


Un pastore, uscito ad evangelizzare, incontrò un contadino scettico riguardo alla fede in Cristo Gesù. Alcuni giorni dopo, il contadino si recò dal pastore per esporgli un problema. Gli disse: “Pastore, l’ultima volta che è venuto a casa mia, mi ha parlato della fede che sostiene che per Dio non c’è niente d’impossibile. Ora io ho un problema, i miei campi di mais sono infestati di vermi, come i campi vicini. Non voglio che il mio raccolto vada in rovina, è l’unica fonte d’entrata per la mia famiglia”. Il pastore decise di pregare per quel raccolto affidando tutto nelle mani di Dio. non ci fu un risultato immediato e il contadino si rattristò: ormai non c’era più niente da fare. Passò una settimana, e una mattina, molto presto, il contadino bussò alla porta del pastore:
“Pastore, pastore, è successo un miracolo! Ero nei miei campi di mais, e vedevo rassegnato come il verme mangiava il mio mais; quando, all’improvviso, ho pregato di nuovo Dio. Mi sono messo al centro dei campi, e d’un tratto ho sentito un forte  ronzio. Pensavo  che fossero delle api, ma vidi una gigantesca nuvola bianca che si avvicinava. Non erano api, erano aironi azzurri. Si fermarono nei miei campi, e divorarono tutti i vermi. Quando finirono, si alzarono in volo, e andarono via, senza toccare i campi vicini. Pastore, Dio ci ha ascoltato, esaudendo le nostre preghiere!”.
Il miracolo degli aironi fu divulgato per tutta l’area, e molta gente venne a Gesù, ma la cosa più sorprendente è che non ci sono aironi azzurri in quell’area!


 
“Ogni cosa è possibile per chi crede” (Marco 9:23)

lunedì 2 aprile 2012

Nel mio mondo







Le bestiole
anche lor vivrebbero in casette
ben vestite in guanti con scarpette
nel mio mondo ideal
ogni fiore
se io fossi un po' di malumore
per distrarmi passerebbe l'ore
chiacchierando nel mio mondo ideal
gli uccellini
sempre allegri affabili e carini
canterebber l'arie di Puccini
in quel mio mondo ideal
se un ruscello
odi mormorar
potrai capir di cosa vuol parlar
che bellezza
se sapessi che
quel mondo delle meraviglie c'è.











Quanto mi piace questa dolce canzoncina di bambina sognatrice . . . . ve la ricordate? E' cantata da Alice in "Alice nel paese delle meraviglie", dove lei sogna un mondo ideale, fatto di animali che vivono in casette, vestiti con guanti e scarpe; tu puoi  parlare con i fiori e gli uccellini che cantano l'Aria di G. Puccini; odi il mormorio dei ruscelli e puoi capire che cosa vogliono dire.

E come Alice, vorrei anch'io vivere in un mondo così . . . che bellezza se sapessi che quel mondo delle meraviglie c'è!

Il muro







Si racconta che una volta, un uomo, inseguito da vari malviventi che volevano ammazzarlo, si rifugiò in una grotta. I malviventi incominciarono a cercarlo per le varie grotte che c’erano in quel posto.
L’uomo, disperato, elevò una preghiera a Dio, chiedendogli:
“Dio onnipotente, ti prego, fa che due tuoi angeli scendano a coprire l’entrata di questa grotta, così questi uomini non entreranno ad ammazzarmi”.
In quel momento sentì gli uomini che si avvicinavano alla grotta in cui lui si trovava. Ad un tratto vide comparire un ragno che cominciò a tessere una ragnatela sull’entrata.
L’uomo, chiuse di nuovo gli occhi per concentrarsi, ed elevò un’altra preghiera, questa volta più angosciato:
“Signore, ti avevo chiesto degli angeli, non un ragno! Ti prego, con la tua mano potente, colloca un muro all’entrata affinché gli uomini non possano entrare ed uccidermi”.
Aprì gli occhi sperando di vedere il ragno che continuava a tessere la ragnatela.
Quando i malviventi stavano per entrare nella grotta, il ragno aveva già coperto tutta l’entrata. A quel punto uno dei due uomini disse: “Entriamo in questa grotta!”
L’altro rispose: “No. Non vedi che ci sono delle ragnatele? E’ impossibile che vi sia entrato qualcuno. Continuiamo a cercare nelle altre grotte!”

Sai che cos’è la fede? La fede è il credere di ottenere ciò che non si vede, perseverare nelle cose impossibili. Qualcuno ha detto una frase molto significativa: “Se chiedi a Dio un albero te lo darà, in forma di seme”.

 
“Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono” (Ebrei 11:1)



martedì 27 marzo 2012

Mies van der Rohe: l'architettura moderna



Oggi 27 marzo 2012, Google celebra il 126° anniversario della nascita di Mies van der Rohe, ma questa volta, dopo il cubismo analitico, tocca all'architettura moderna. Il logo, che mostra  in modo inconfondibile il genio di Rohe, è uno scheletro di acciaio vetrato, sulle cui vetrate sono ben visibili le lettere colorate di Google,  rappresentando così proprio una delle sue opere, realizzate tra il 1950 e il 1956. La struttura non è altro che la "Crown Hall", sede dell' Illinois Institute of Tecnology.
Chi è Mies van detr Rohe?
Il suo nome completo è Lodwig Mies van der Rohe, nato ad Aquisgrana nel 1886, era un architetto e designer, ma iniziò la sua carriera come disegnatore di ornamenti e poi di mobili. Nel 1908 conobbe Peter Beherens ed iniziò a fare pratica con lui, ma dopo si avvicinò al movimento olandese iniziando nel 1919 a progettare in modo innovativo con l'utilizzo di vetro e acciaio, come elementi principali delle sue opere.
Nel 1921 iniziò a progettare grattacieli e, nel 1929 creò il Padiglione per l'Expo di Barcellona. Il Nazismo negli anni '30 lo costrinse a scappare a New York, ma qui il suo genio e la sua arte fu ancor più apprezzata grazie ad alcuni suoi motti come "Less is more" e "God is in the details". Il suo stile portò ad un' architettura essenziale "skin and bone" (pelle e ossa). Costruì a Chicago la Casa Farnsworth e l'IBM Building, e il Seagram Building a New York.

La Neue Nationalgalerie a Berlino (1962) è la sua ultima opera: una bassa struttura quadrata di 65 metri di lato, sorreta da 8 pilastri di acciaio, coerente con la sua filosofia di dare sempre uno spazio "aperto" per l'uomo, dove la parte strutturale compie il solo scopo di sorreggere il tutto senza ostacolare la libertà della persona di muoversi all'interno della costruzione.

Forse dovremo entrare dentro per ammirarla . . . che dite entriamo?

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